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È subito una festa rock’n’roll con “Tu cosa fai, non balli?”, che inizia dall’ironica e orecchiabile “Zombie boyfriend”, citando “Thriller” di Michael Jackson. Il party continua con “Chi credete che siamo” e “Me ne vado a Kathmandu”, due brani che tramite ritmi incalzanti e ironia toccano anche temi impegnati come il disagio e l’insoddisfazione personali.

Bello il duetto tra voce maschile e femminile in “Come Bonnie & Clyde”: sembra di vedere la storia d’amore raccontata nel brano scorrere su uno schermo. Le citazioni cinematografiche tornano poi in “Solo chi ama sopravvive”, “Quanta splendida follia” e “Un posto che non c’è”.

Esattamente a metà disco, tutto si ferma e parte “Gira ancora”, una piacevole ballata che svela un’anima della band differente rispetto a quella più ridanciana che domina l’album. “Filicudi Surf” è il tributo de Gli Sharkers ai Nirvana, il loro adattamento di “All apologies”. C’è un altro omaggio nel disco: la cover punk della mitica “Lamette” di Donatella Rettore.

Al basso e alla batteria si aggiungono assoli di chitarra e tastiere vintage: il sound è ben interpretato dal cantato, senza forzature né cali di tensione. La band di Varese, che dal vivo dev’essere un vulcano di energia, è sulla strada giusta: nei prossimi progetti potrà continuare nella ricerca della canzone perfetta, mantenendo la propria identità già ben caratterizzata. La parola d’ordine deve comunque restare una: divertimento.

F. Carrubba

26/04/2017